Gualdo Tadino
Giochi de Le Porte - Glossario
Cardinale legato: il governatore a cui era sottomesso il protettorato su questa tetra.
Luogotenente: rappresentava il Governatore per investitura del governo dominante.
Podestà: veniva eletto dal Consiglio generale e giudicava in sede civile, penale e correzionale.
Vessillifero: (Gonfaloniere): eletto tra i quattro Priori, amministrava e dirigeva tutti gli affari della Comunità, costituendo il Rettorato.
Priori: amministravano il territorio della Porta. Nelle cerimonie dovevano indossare un mantello colorato lungo sino alla tibia e un tocco rosaceo (mantellus coloratus longus usque ad tibias et capiutius rosaoceus). Non era loro permesso interrompere il Priorato e deporre il cappuccio rosso neanche per la morte di un parente.
Il principale Priore era chiamato Gonfaloniere. A lui spettavano gli onori del Priorato e il vessillo del Comune, ma aveva la stessa autorità degli altri Priori e nulla più.
Nel mese di gennaio d'ogni anno eleggevano un Depositario ( una specie di economo comunale) e otto Sovrastanti che s'interessavano della manutenzione delle strade pubbliche e delle mura castellane. Il Gonfaloniere e i Priori avevano anche il compito, certo non invidiabile, di sottoporre a tortura i facinorosi. Era a loro affidato il mantenimento dell'Acquedotto Pubblico.
Regolatori: erano i Censori *in seno al Consiglio generale. Avevano anche il compito di sedare le discordie procurando tregua e pace tra i cittadini.
Sindaci e Procuratori: erano retribuiti dalla Comunità con l'espresso mandato di difendere gli interessi della Comunità stessa e quelli delle persone povere, dei pupilli e dei ricoverati mi permanenza negli ospedali e negli ospizi.
Notai del Catasto: erano gli allibratori catastali delle proprietà immobiliari, con l'obbligo di conservare costantemente in perfetta regola i registri e i trapassi di proprietà mi modo che fossero sempre " legaliter et fidelite” rispondenti a verità.
Notai delle Banche: erano i Cancellieri della giustizia civile e stipulavano i rogiti. Per questi Funzionari.
Avvocati e procuratori: difendevano le cause civili e penali davanti alla giustizia e percepivano l'onorario stabilito nello Statuto.
Medico chirurgo: doveva visitare gli infermi due volte al giorno. Se le condizioni del paziente si fossero aggravate era in obbligo, su richiesta, di dare altre visite nello stesso giorno. Visitando la prima volta il malato, il medico era tenuto a suggerirgli di dare la confessione e la comunione; se dopo avergliene fatta sollecitazione la seconda, la terza e la quarta volta, l'infermo no si fosse, per lo meno già confessato, doveva sospendergli le visite.
Il medico era pure obbligato ad intervenire col Gonfaloniere e i Priori alle messe solenni, se non fosse impedito per avere molti malati Mi cura. Era infine tenuto ad ispezionare col Camerario le spezierie per la vendita e controllo delle sostanze medicamentose ivi esistenti e se ve ne trovavano alcuna che fosse in cattivo stato di conservazione o non più rispondente al requisiti voluti dalla scienza, dovevano farla distruggere, dandone immediata denuncia al Luogotenente e ai Priori per una salutare punizione.
Maestro di scuola: doveva ogni giorno non festivo dar scuola agli alunni con l'obbligo d'insegnare a quelli di secondo grado la grammatica, dare temi e compiti scritti in prosa e poesia spiegando Virgilio, Ovidio, Orazio, Cicerone, Sallustio, Terenzio, Platone, Lucano, Marziale ed altri sommi autori antichi. Anche l'insegnamento della religione e l'esercizio delle pratiche di culto avevano notevole preminenza nel compiti dei Maestro che, inoltre, doveva correggere gli scolari con moderazione e senza sevizie.
Ufficiali del Monte di Pietà: erano gli amministratori del Monte e nominavano un proprio Notaio per il servizio di deposito e di tesoreria dei pegni. Il Monte di Pietà era anche Monte frumentario.
Sindaci del Podestà: erano Funzionari che sindacavano l'opera del Podestà e della sua famiglia con ampie facoltà di inquisizione.
Procuratori della Camera apostolica: esplicavano funzioni ispettive sull'andamento della sua gestione con facoltà di denunciare alla giustizia eventuali irregolarità e malversazioni.
Massari della Camera e del Comune: esigevano i proventi della Comunità. Non poteva ricoprire la carica di Massaro chi non avesse compiuto i 25 anni d'età e non possedesse almeno 10 libbre di denari. Dovevano rendere conto dettagliato e preciso della loro gestione e rispondere di eventuali ammanchi e perdite derivanti dalla propria negligenza o colpa.
Revisori e Raziocinatori: i Revisori avevano il controllo dell'amministrazione dei Massari con l'incarico di controllarne la contabilità. Se il Massaro risultava debitore di qualche somma doveva versare il triplo e se i revisori trascuravano il loro mandato erano passibili della multa di venti ducati.
Sindaci e Gualdari: ogni Castello e villa aveva un Sindaco e un Gualdaro (guardia rurale) che veniva eletto ogni due mesi dagli uomini dell'Università. Il Gualdaro era tenuto a denunciare al Sindaco ( e questi poi al Notaio dei Malefici) tutti i reati di lesioni, con o senza sangue, di furto, di adulterio, di stupro, di ratto, di danno ecc. Il Sindaco doveva riferire alla magistratura sulle fisse ed inimicizie sorte tra gli uomini del luogo che potevano mettere m pericolo l'ordine pubblico ed offendere le persone. Il Gualdaro notificava nel suo Castello o Villa le citazioni e gli atti commessigli dai Superiori.
Custodi delle selve: a tali Funzionari rurali era affidata la custodia dei boschi della Comunità. Il loro compito era quello di sorvegliare che non fossero recise le piante, che non fosse dato fuoco alle selve con speciale riguardo a Sparagara, Fringuello e Lentieri. La devastazione dei boschi e delle selve era punita con la multa di venti ducati.
Grasseri: gli Ufficiali della Grascia dovevano informare ogni due mesi il Vessillifero ed i Priori sulle quantità di grano, vino, spelta, orzo, olio, legumi, animali da macello, pollami, uova, formaggio ed altro che non potevano asportarsi senza licenza. Non si poteva comunque esportare dal territorio grano.
Baiuoli: prestavano servizio di Messi della Comunità
Cartuciari: erano Funzionari incaricati di recapitare al contribuenti gli avvisi di pagamento.
Guardie e Ufficiali di porta: i primi erano ispettori di polizia che, mi occasione di tumulti o di guerra, dovevano investigare e reprimere ogni reato arrestando i colpevoli. Gli Ufficiali delle Porte erano quattro. Ciascuno custodiva le chiavi della Porta affidata alla sua sorveglianza. Non poteva aprirla prima del crepuscolo mattutino con l'obbligo di chiuderla ad un'ora di notte. Nei tempi sospetti le chiave venivano prese dal Priori.
Notai dei sindacatori: questi Funzionari potevano considerarsi i sindacatori dei sindacatori e la loro missione era perciò delicatissima.
Ufficiali delle vie e dei ponti del distretto di Gualdo: gli Ufficiali delle strade erano incaricati di vigilare perché non venissero fatte usucapioni nel suolo delle pubbliche strade e dovevano denunciare al Notaio dei malefici i rei, ai quali applicata la multa di dieci ducati nel caso di strade Comunali. La multa era invece di 5 ducati se erano vicinali. Oltre al pagamento della multa il reo doveva provvedere in ogni caso di rimettere la strada nello stato in cui si trovava prima dell'atto delittuoso.
Ufficiali delle acque e delle fonti: avevano incarico di sorvegliare perché non fosse distratta l'acqua delle condutture dell'acquedotto e delle fonti pubbliche. Coloro che si prendevano l'arbitrio di deviare l'acqua o danneggiare le condutture venivano condannati al pagamento di una multa di venti ducati e alla fustigazione pubblica per le piazze e le vie del Paese con l'obbligo di rimettere le cose in pristino.
Militi: erano agenti della Camera Apostolica addetti principalmente alla cattura dei condannati alla pena capitale, alla mutilazione ed ad altre pene corporali e pecuniarie. Dovevano arrestare i colpevoli sorpresi mi flagrante reato e perseguire, specialmente di notte, le persone sospette di portare armi. Non potevano però percuotere né torturare gli arrestati senza mandato; pena la multa di cento ducati.
Notaio dei malefici: può considerarsi un vero e proprio Cancelliere addetto alla giustizia penale.
Notaio dei Massari: curavano la tenuta dell'amministrazione dei Massari.
Camerari delle arti: ogni Camerario doveva vigilare perché gli iscritti all'arte affidata alla sua soprintendenza non violassero le regole dettate per la sua arte. Essi applicavano la multa di due carlini a coloro a coloro che non intervenivano alle consuete processioni, così dette delle arti, con l'indispensabile torcia ( fagolotto).
Sindacatori dei monti e delle selve: erano incaricati di sorvegliare che il grano raccolto in montagna nei terreni dissodati fosse portato al Monte frumentario.
Rettori delle Arti: nel Comune di Gualdo erano quattro ed avevano pieni poteri di modificare e decretare, unitamente ad altri 8 uomini da designarsi dai rettori stessi, qualsiasi cosa che risultasse ad utilità e decoro del Comune stesso. Per decoro del Rettorato, i Rettori stessi, durante il loro Ufficio non potevano indossare vesti, clamidi e mantelli con scapolari che non fossero colorati. Tutte le domeniche e negli altri giorni dalla Chiesa dichiarati festivi, i quattro Rettori dovevano risiedere mi permanenza nel Palazzo del loro Ufficio. Durante il tempo in cui ricoprivano il detto Ufficio non potevano esercitare arti manuali specialmente in pubblico.
Tubicini: erano i pubblici banditori.
Sensali: i sensali della Comunità erano quattro, dei quali due cittadini e due rurali.
Servitori dei Podestà: erano alle dirette dipendenze del Podestà ed erano addetti alla vigilanza dei servizi relativi alla pulitura delle strade e delle fonti pubbliche. Vigilavano anche perché i macellai, i pescivendoli, i panettieri, i pizzicagnoli, i rivenditori di sale, i tavernieri, gli osti e i molinai non adoperassero misure di peso e di capacità alterate, in frode dei consumatori.
Le Arti. Negli antichi Statuti, conservati nell'Archivio comunale, i mestieri sono trascritti nel terzo libro "Super gabellis". Si tratta di sedici capitoli che annoverano le attività economiche più importanti esistenti nel territorio e regolati da ferree regole.
Collegio dei Dottori e dei Notai; i Lanaioli ( Capitula Artificun lanac); gli Speziali ( Capitula Aromatoniorum); i Conciatori e Calzolai (Capitula de Cerdonibus); gli Orefici ( Capitula Autificum); i Fabbri ferrai ( Capitula Fabrorum?ferrarium); i Barbieri (Capitula de Barbítonsoribus); i Sarti ( Capitula de Sutoribus); gli Scalpellini, Falegnami, i Muratori ( Capitula de Lignarijs, Muratoribus et Salpellínis); i Pizzicagnoli e Merciai ( Capitula de Pízzicarolis et Merciatorijs); i Bastai ( Capitula de Bastarijs); i Locandieri e gli Osti (Capitula de Hospítibus et Cauponibus); i Panettieri ( Capitula de Panífaculis); i Macellai e Beccai ( Capitula de Macellariijs et Lanionibus); i Fornaciai ( Capitula de Fornaciariis) e i Calcinai ( Capitula de Calcinariis).
Le corporazioni artigiane dovevano rispettare con scrupolo le regole degli Statuti ed ognuna di esse sottostare ad un Camerario (Cameralus Artís) il quale poteva considerarsi il Magister disciplinae di ciascuna arte e giudicante nelle questioni dei giusto salarlo.
L'elezione del Camerario avveniva nel Palazzo Civico alla presenza dei Priori con la partecipazione degli iscritti di ogni Corporazione nel mesi di gennaio e di luglio.
Tra gli obblighi degli artigiani del tempo vi era quello di partecipare alle processioni che si celebravano nelle festività di S. Angelo ( leggi Beato Angelo) il 15 gennaio e di San Michele Arcangelo l'8 maggio, di Santo Stefano, di San Donato, di Santa Caterina e del Corpus Domini. Ogni artigiano doveva portare nelle processioni la luminaria artium (fagolotto).
Il Camerario faceva l'appello degli artigiani iscritti nella matricola presso le scale di San Benedetto e coloro che non intervenivano erano passibili della multa di uno o due carlini, o di venti, o di venti soldi, o di un grosso, secondo l'Arte alla quale appartenevano.
Consiglio generale: era composto da 62 membri, di cui 24 eletti tra gli abitanti entro le mura cittadine dalla quattro Porte, 24 del contado dipendente dalle stesse porte, quatto Priori, i Regolatoni ( quattro) e i Priori Rettori) delle Arti (quattro).
Consiglio segreto: composto da 24 membri di cui 8 uomini designati dalle 4 Porte e altri otto designati dal contado. Facevano parte dello stesso Consiglio i Priori e i Regolatoti (4) che presiedevano le assemblee. Presiedeva le assemblee il Cancelliere del Comune Questa operazione si ripeteva per tre volte di seguito nello stesso tempo e risultava così la costituzione dei tra Consigli segreti che dovevano funzionare successivamente nel triennio. Circa l'ordine d'avvento al Governo, ogni Consiglio segreto era rappresentato da una palla distinta e le tre palle imbussolate si estraevano una per volta, ogni anno, il l' gennaio. In concomitanza delle elezioni del Consiglio generale e del Consiglio segreto, ogni tre anni, venivano eletti anche i pubblici Ufficiali.
Trombetti comunali: tra gli altri compiti dovevano scortare il Priore dei Rettori quando da casa si portava nel palazzo comunale e quando da esso ritornava a casa
Bussolo: contenitore ligneo entro il quale i rappresentanti del Consiglio generale deponevano le "fave colorate" per eleggere il Gonfaloniere e i Priori.
Fiera di Maggio: era indetta ogni anno in occasione della festa dell'apparizione di S. Michele Arcangelo e durava otto giorni. Per antica consuetudine non si pagavano balzelli e pedaggi e qualsiasi altra tassa imposta sulle carni, vini e simili generi commestibili. L'esenzione riguardava anche taverne, alberghi ed ospizi in modo che i forestieri potessero avere migliori condizioni favorendone la presenza nella fiera stessa. Nel quadro delle manifestazioni ludiche, si usava correre il palio al quale partecipavano i Balesteriis et Scoppetterijs.
Il Palio aveva antiche radici per quanto si legge, tra l'altro, nell'atto dell’11 settembre 1292 con il quale il nostro Comune venne obbligato ad una nuova sottomissione. Infatti, nell'atto medesimo, è innanzi tutto ricordato ai Gualdesi l'obbligo di presentare il palio ogni anno. Con puntualità l'usanza medioevale dovette essere praticata perché nei libri pubblici del Comune di Perugia e in antiche cronache di Scrittori perugini, per quasi due secoli ( dal 1343 al 1422 ) vediamo ricordata anche Gualdo tra le città che annualmente dichiaravano alla Città del Grifo soggezione e fedeltà. Il mancato adempimento di tale obbligo non solo impegnava 2 Comune al pagamento di mille marche d'argento, ma la poneva nella posizione di Città ribelle alla Potestà perugina.
La formula della presentazione del Palio era quasi sempre la stessa. Per mera informazione pertanto riportiamo quella effettuata il V' Marzo 1316, per la quale intervenne il gualdese Matteolo di Carnetto con uno speciale Rogito del Notalo Nicola di Bartolo, presenti il Podestà, il Capitano del Popolo e i Priori perugini. " unum pallium extensum super quadam asta, sicut dictum Comune tenetur dare, assignare et presentare annuatim in dicto festo S.Herculaní, nomine census.
Nell'anno del 1319 il Palio viene descritto come applicato ', in quadam asta ad modunm vexifli". In quello del 1351 si presentò" " unum palium de syricho" e in quello del 1377 si dichiarava di essere il Pallio dei valore di dodici fiorini d'oro.
Trombone, cippo o tamburo: così veniva chiamata la cassetta che il Cardinale Antonio Pucci, d'accordo con i Príon» del Comune, fece apporre nel Palazzo dei Priori. Qui i cittadini potevano deporre, sotto il manto dell'anonimato, reclami, denunce e qualsiasi proposta fosse apparsa di pubblica utilità. Queste lettere venivano aperte dal Cancelliere che le leggeva, senza mostrarle ad alcuno, ai Priori e ai Regolatori che votavano quelle che dovevano poi essere portate alla discussione del Consiglio generale ed escludevano quelle che contenevano diffamazioni e puerilità.
Mercato settimanale: nel lunedì di ogni settimana ai Gualdesi era concesso di fare mercato con il diritto dei forestieri di intervenire con proprie merci, libere da ogni dazio e pedaggio sia in entrata che in uscita. L'esenzione era concessa ogni anno a condizione però che il danno per le casse del Comune non superasse la somma di dieci scudi d'oro.
Rocca Flea: residenza del Governatore e del Cardinale Legato.
Corteo storico: è la rappresentazione dei personaggi che reggevano la vita pubblica nel periodo in cui sono ambientati i 'Giochi". I maggiorenti della Città, quindi, partecipavano al Palio rappresentando il governo cittadino. Il corteo di ogni porta dovrebbe essere così articolato:
Tubicino (Banditore di porta) - Tamburini – Stendardo – Palii - Insegna del Priore – Priore - Baiuolo, Trombetti e soldati - Famigliari del Priore - Rettore delle Arti - Priori delle Arti con fagolotto e i vari rappresentanti - Consiglio generale : 6 cittadini e 6 del contado ( Castelli e Ville) - Giocolieri Allegoria Armigeri
Nel corteo del Priore, che è Gonfaloniere, dovranno prendere parte il Medico Chirurgo e il Maestro di Scuola. Lo stendardo dello stesso priore dovrà portare le insegne Comunali. Le allegorie dovrebbero sviluppare un antico o un contingente avvenimento.