Gualdo Tadino
Giochi de Le Porte - Storia
Le alterne vicende di Gualdo Tadino nel corso della storia dalla romana Tadinum o Tagina, alla longobarda Waldum per giungere all'attuale città sono state sempre contraddistinte da distruzioni e ricostruzioni che la facevano spostare dalle impervie gole della Val di Gorgo o dal Colle dei Mori, primi insedamenti Umbri, alla pianura lungo la Flaminia, alla gola della Rocchetta di nuovo dopo la distruzione di Ottone III nel 996, fino alla costruzione delle case sul Colle Sant'Angelo per l'attuale ubicazione. L'organizzazione in quartieri di quello che a tutti gli effetti poteva essere considerato l'attuale centro storico, sul Colle Sant'Angelo era già evidenziata nel 1200, anche se non poteva ancora essere considerata una realtà giuridica. In seguito, intorno al quarto decennio del XIII secolo, l'imperatore Federico II di Svevia, in transito con la sua corte, fece ricostruire una parte della cittadina, che aveva subito due distruzioni, l'ultima delle quali viene ancora ricordata dalla tradizione popolare come provocata da una donna del contado nocerino, chiamata comunemente Bastola (la cui effigie viene oggi bruciata dalla Porta che si aggiudica il Palio di San Michele Arcangelo), che ridusse in cenere le abitazioni della gente gualdese. L'imperatore Federico fece così erigere nel 1242 una robusta cinta muraria, la quale abbracciava tutta la città per poi ricongiungersi alla Rocca Flea, raccogliendo così entro le mura Gualdo. Vi erano ben 17 torri di difesa e 4 porte: Porta San Facondino, Porta San Martino, Porta San Donato e Porta San Benedetto. Anche la città si organizzò ben presto in quattro quartieri, corrispondente ognuno a ciascuna porta, in entità politiche ed amministrative, tanto che si sentì l'esigenza degli editti che attribuivano, tra l'altro, mansioni di controllo della gestione urbana. Ogni Porta aveva propri rappresentanti guidati da un Priore eletto dal consiglio di porta. Le Porte avevano inoltre una sede ubicata nell'interno del palazzo del Rettore delle arti e dei Priori. Ogni Porta, poi, raccoglieva, entro il proprio territorio, delle arti specifiche che la contraddistinguevano per abilità e buon lavorato. Come in ogni comunità cristiana le ricorrenze religiose erano celebrate con festeggiamenti e cerimoniali di grande rilievo, in modo particolare in onore di S. Michele Arcangelo, patrono della città. Fin dai tempi antichissimi (le prime notizie documentate risalgono al XII secolo) si disputavano due pali, uno in maggio ed uno in settembre. Il primo coincideva con una fiera della durata di 8 giorni; il secondo si teneva nella giornata del 29 settembre di ogni anno. Una particolarità in occasione delle feste era quella di esentare le merci commestibili da tasse e pedaggi, in maniera che chiunque poteva partecipare affluendo alla città, sostando in taverne ed ostelli. Dei due pali oggi si ricorda solo quello celebrato in settembre: le quattro porte oggi come allora si confrontano in una serie di gare, ed il corteo storico ripropone le caratteristiche di ogni porta, quali le arti e mestieri facenti parte delle corporazioni. All'imbrunire del vespro settembrino nell'Arengo Maggiore della Città di Gualdo Tadino è festa grande. Si rinnova l'antico pallium decurrendum che li abitanti de le quattro Porte (S. Benedetto, S. Donato, S. Facondino e S. Martino) si contendono at honore de Sancto Michele Arcangelo patrono della "Citta murata". Il Palio di Gualdo Tadino ha origini antichissime. Sembra venisse già disputato sin dal XIII secolo anche se la prima notizia scritta è contenuta nel decreto emesso il 29 agosto 1519 a firma del Cardinale Legato Antonio Ciocchi Del Monte. Due erano le giostre che si usavano disputare in Gualdo. Il palio Maggio (si celebrava per ricordare l'apparizione di S. Michele Arcangelo sul Monte Gargano) inserito nella fiera che durava ben 8 giorni ed era riservato ai "Balisteriis et Scoppetteriis" della Città; il "Pallium decurrendum" che aveva svolgimento il 29 settembre di ogni anno in occasione delle celebrazioni in onore del protettore di Gualdo. (Dal testo Storia Civile ed Ecclesiastica di Gualdo Tadino del Dr. Ruggero Guerrieri, pag. 163). Al Precedente Decreto il Cardinal Legato. ne faceva seguire un terzo, il 29 agosto 1519, comprendente le quattro seguenti Rubriche: I - Premesso che la fiera indetta ogni anno in occasione della festa dell'Apparizione di San Michele Arcangelo, durante Otto giorni del mese di Maggio, per antica consuetudine era esente dai comuni balzelli e pedaggi, si estendeva ora tale esenzione, similmente durante Otto giorni, anche a qualsiasi altra tassa imposta sulle carni, vini e simili commestibili, e ciò affinché nelle taverne, alberghi ed ospizi, migliori condizioni si potessero fare ai forestieri, i quali aaffluirebbero così in maggior numero alla fiera stessa. II - Considerando che per la scarsezza del loro salario (quattro ducati di carlini e otto carlini ogni bimestre) il Gonfaloniere e i Priori che essendo in carica risiedevano permanentemente nel Palazzo Pubblico, erano costretti a farsi recare il vitto nel Palazzo stesso dalle proprie case, con grande incomodo dei familiari, si conduceva ad essi un aumento di salario, affinché potessero tenere a loro disposizione un cuoco in detto Palazzo. Per sopperire a questo aumento di salario, la somma occorrente si sarebbe provveduta in parte con proventi della bottega per vendita di carne che il Comune possedeva nella Piazza del Soprammuro ed in parte adibendovi la metà della somma assegnata al Palio, che si usava correre nella festa di S. Michele Arcangelo, dovendo restare l'altra metà ai Balistrerii et Scoppetterii che prendevano parte al Palio stesso. III - Per evitare che gli abusi commessi dai Pubblici Ufficiali del Comune potessero restare impuniti, come erasi già verificato, si prescriveva che l'antica usanza di sottoporli a sindacato al termine delle loro funzioni, usanza che non era più regolarmente eseguita, fosse con rigore ripristinata per tutti gli Ufficiali suddetti, fatta eccezione per il Luogotenente del Legato, che solo quest'ultimo poteva sindacare...